Testimonianze

Testimonianze

Qui troverai riportate storie di persone comuni che desiderano condividere con te un piccolo pezzo della loro vita, per testimoniare con semplicità e verità a te e a tutti i fratelli e sorelle che leggeranno, l' incontro con Gesù che ha trasformato la loro vita.

Credi nel Signore, apri il tuo cuore a Lui e l’amore entrerà nella tua vita trasformando ogni cosa.

 

Se anche tu desideri dare testimonianza, scrivi la tua storia al seguente indirizzo mail:

info.montesantonofrio@gmail.com

LA NASCITA DELLA CROCE DEL MONTE S.ONOFRIO

Racconto di chi ha visto nascere la Croce del Monte S. Onofrio

Mi chiamo Clemente Zarlenga sono nato ad Agnone da una famiglia umile: mio padre fabbro, mia madre casalinga. Siamo 5 fratelli, tutti maschi e sparsi per l’Italia. Solo io, dopo due anni di lavoro a Campobasso, ebbi l’opportunità di tornare in paese. Da piccolo frequentavo spesso il convento dei francescani dai quali ricevetti un’educazione cristiana. Da giovane non ho mai avuto la volontà di studiare, mi piaceva lavorare con mio padre ma, dopo tanti rimproveri e richiami, presi la maturità di perito meccanico. Oggi sono in pensione. Per 35 anni ho lavorato in Sip e poi in Telecomitalia come guardiafili riparatore: in breve costruivo e riparavo impianti telefonici. Questo mestiere mi ha dato l’opportunità di girare tutto il Molise e metà  Abruzzo, di entrare in migliaia di case, in paesi, in città, condomini e soprattutto negli agri abitati da laboriosi ed umili contadini. Sono 15 anni che collaboro col comitato feste, nella parroccia di S. Antonio Abate, dove due volte all’anno organizziamo: la festa di S. Onofrio Anacoreta il 10 e 11 giugno in una piccola ma graziosa chiesetta rurale a lui dedicata; la festa della Madonna Addolorata, la terza domenica di settembre. La mia devozione a S. Onofrio Anacoreta mi ha portato a voler far qualcosa per la chiesetta rurale a lui dedicata. Infatti, poiché fuori dal paese, era mal messa e in degrado; la mia testardaggine, la mia caparbietà mi hanno spinto, in quattro anni, a trovare volontari, denaro e soprattutto, come mi ha insegnato il parroco, ad affidarmi alla “provvidenza” che mi ha dato e mi dà un’immensa forza e  volontà. Sì, dicevo forza e volontà, perche con mia moglie Tonina, prima abbiamo avuto la gioia di  avere due figli Giovanni il primo, sposato ed infermiere lui e lei, ed Emanuele architetto molto bravo, e poi abbiamo dovuto affrontare la Croce, una croce che con dignità e umiltà portiamo avanti. Infatti, dodici anni fa diagnosticarono a mia moglie la sclerosi multipla, oggi è su una sedia a rotelle e viviamo in serenità noi due soli in Agnone. Come dicevo, il mio girovagare per il lavoro mi faceva notare tante cose buone, belle e cattive; una cosa che notavo nei giri che facevo era che sulle colline o agli ingressi dei paesi vi era ubicata una croce. Un sabato mentre ero sulla chiesetta di S. Onofrio a fare manutenzione, mi sedetti su di un muretto per fare pausa e alzando gli occhi sul monte che sovrasta la chiesetta ( Il Monte S.Onofrio ), mi venne un idea: “ perche non fare e posare una croce li su ? “ forse ero  matto  nel pensarlo?. Il giorno dopo, domenica, alla S. Messa c’erano gli amici dell’ agro, appunto della contrada S. Onofrio, li avvicinai come sempre dopo la messa per salutarli e gli dissi della mia idea, loro mi dissero oggi pomeriggio vieni su e ne parliamo. Il pomeriggio così feci, mi recai da loro, ci mettemmo su tre trattori e dopo circa un ora e trenta arrivammo alla cima del monte a 1386 mt di altezza. All’arrivo, col tracciato molto pericoloso, nel vedere lo spettacolo mozzafiato della natura dimenticai totalmente la paura del viaggio affrontato. Parlammo e decidemmo di mettere una pertica di legno con uno straccio per vedere fin dove si poteva vedere. Si era fatto notte e con ansia ritornammo nelle masserie e vedemmo che la pertica si vedeva piccola, ma si vedeva. Decidemmo di realizzare la croce e di posizionarla sul monte col permesso del Comune. Il giorno dopo mi misi alla ricerca del materiale ed alla fine un’impresa del posto mi regalo delle putrelle (travi) da loro recuperate con lo smaltimento di un garage della  ex stazione ferroviaria di Agnone che la  guerra ci distrusse e ci tolse. La ditta fu cosi gentile che, oltre a regalarmi il materiale, lo recarono loro stessi ad una masseria ai piedi del monte S. Onofrio. In pochi giorni, dopo l’orario di lavoro, realizzammo la Croce che oggi è sul monte a vegliarci ed a osservarci con una dicitura “Per i centocinquanta anni dall’apparizione della Madonna di Lourdes e a tutti gli Emigranti nel Mondo”. E’ alta 5,30 mt, pesa circa 7,5 ql. Per portarla con i trattori e gli scavatori fu una pazza idea, ma con l’aiuto del Signore ci riuscimmo, era il 13 aprile 2008. Nacque un comitato spontaneo e decidemmo che, da quell’ anno, tutte le seconde domeniche di maggio dovevamo salire sul monte in tantissimi a partire dall’anno in corso. Così l’11 maggio 2008 circa 80 fedeli salirono a piedi sull’altissimo monte, senza strada, in pellegrinaggio. Alla presenza del  parroco e del sindaco venne benedetta la croce e celebrata la S. Messa per poi far festa tutti insieme. Alla fine quando la festa finì, scendemmo giù e decidemmo che da quel giorno alla prossima festa dovevamo costruire un altare in pietra per la S. Messa, in modo da evitare di portare il tavolo in legno e avremmo messo dei massi disposti ad anfiteatro come sedili per i fedeli, per ascoltare la Parola di Dio. Era febbraio 2009 quando trovammo un immenso e pesantissimo masso, lo sezionammo e, col  freddo che faceva e la fortissima nebbia, facemmo la stessa  cosa della Croce, portammo, realizzammo e montammo l’altare che oggi è ai piedi della Croce. Il 10 maggio del 2009 organizzammo la seconda giornata della festa della Croce, il parroco in presenza di fedeli benedì l’altare alla presenza di circa 150 pellegrini sul monte. Quando scendemmo giù  decidemmo all’unanimità di illuminare la Croce con pannelli solari. Nel mese di aprile 2011, avendo i mezzi economici per realizzare l’opera, ci organizzammo sempre col comitato e costruimmo l’impianto fotovoltaico e sopra il contenitore delle (batterie) posammo una statua in bronzo della Santissima Vergine Maria, che la notte, insieme  alla croce si illumina. Ai piedi della statua della Madonna, su di una pietra vi è scritto: “MARIA MADRE PREMUROSA PREGA PER NOI”. L’8 maggio del 2011 il parroco benedì la Statua della Beata Vergine Maria. Tornando giù dal monte, nella riunione che facemmo col comitato spontaneo, chiesi ed ottenni che l’anno successivo dovevamo realizzare le quattordici croci in ferro per la Via Crucis sul monte, all’unanimità arrivò il consenso. Trovai sempre da un’altra ditta  il materiale gratis per realizzare le quattordici Croci, le realizzai io stesso e le lasciai in magazzino. A luglio con mia moglie Tonina andammo al mare a Termoli. Un sabato stando sulla spiaggia mi arriva una telefonata da mio fratello ing. Renato, il più piccolo di famiglia, che mi annunciava della sua visita con la moglie ed il figlio la domenica seguente. Mio fratello Renato era lontano dalla chiesa non metri ma km, ed era da circa due anni e mezzo che quando lo chiamavo a casa la sera non c’era quasi mai, il figlio mi diceva <<zio, babbo non c’ è, è in chiesa oppure mi diceva è al rosario>> o cose simili, io cominciai a pensare che era andato giù di testa, tanti anni all’ asciutto di Cristo e poi……tanto da recuperare? Arrivati a casa li accolsi come sempre e dopo averci salutati, lui chiuse la porta dell’ appartamento e mi raccontò…..Clemente io mi sono convertito non perche mia moglie dall’anno scorso non sta bene, ma perche è successa una cosa meravigliosa. Uno  zio di mia moglie sono due anni che riceve messaggi dal cielo attraverso la Vergine Maria e l’anima di Livia Casciano e abbiamo tenuto tutto nel cuore senza poterlo dire e divulgare, adesso è arrivato il momento che la Santissima ha detto di divulgare e diffondere le sue parole. Ci raccontò come la Madonna aveva chiesto di salire sul monte S.Onofrio in preghiera, dove c’era in cima già una croce, facendo la Via Crucis. Mi sentii male, restai senza parole, tutto ciò era colpa mia o merito mio? un segno? bo! Mi chiese, se possibile, quando tornavo ad Agnone, di realizzare una via Crucis in legno provvisoria pronta per l’ 8 Agosto dove la Madonna ci avrebbe onorata della sua presenza…… fortissime emozioni  che non le dimenticherò MAI. Tornato dal mare, con il comitato, oramai avvisato di quello che doveva accadere, realizzammo la via Crucis provvisoria con rami in legno perché per posizionare quella fatta da me non c’erano i tempi tecnici. L’8 agosto 2011 salimmo per la prima volta sul Monte S. Onofrio ripercorrendo le stazioni della Via Crucis di nostro Signore. Il 12 gennaio del 2012 partì il progetto per l’installazione della Via Crucis in modo permanete, che con tempi quasi reali fu autorizzato dagli enti preposti. Il 19 marzo iniziammo i lavori, tutti gli amici della Croce con un formicolaio di trattori, scavatori e attrezzi, ci riunimmo e con grande concordia, buona volontà e fede istallammo le 14 croci da me costruite; le stazioni sono posizionate a 85 mt l’una dall’altra e presentano un foro dove, se la provvidenza ci aiuterà, vi  posizioneremo le stazioni di bronzo. Ripulimmo il bosco da tanti alberi caduti e segnammo il sentiero lungo km 1.350. Il 6 maggio 2012 venne benedetta la Via crucis permanente. Ci fermammo vicino al “Rifugio dell’ Abetaia Di Montecastelbarone” altra idea, altra responsabilità, era quella del  rifugio mal messo e abbandonato all’intemperie, perché non chiedere  di adottarlo per ripararci?. Mi misi in movimento, recuperai 506 firme di fedeli, presentai domanda al Sindaco e ci fu dato in comodato uso gratuito; naturalmente sempre la provvidenza ed il grandissimo aiuto degli amici facente parte del comitato. Durante l’inverno fu messo a nuovo, benedetto ed inaugurato l’8 maggio 2013. In quell’occasione accendemmo il fuoco, segno di  luce e fratellanza familiare, usanza Agnonese perche l’8 Maggio si fa un grande falò dedicato a S.Michele Arcangelo. Oggi ci serviamo del rifugio quando non si può salire sul monte per la Via Crucis, per recitare il S. Rosario. Il futuro di tutto ciò  “Maria Madre Premurosa” è affidato a Te, benedici tutti i sacerdoti, i Nostri Cari, e tutti  gli  Emigranti  sparsi nel Mondo. Grazie Mamma Celeste, Grazie, continueremo  a  lavorare affinché si realizzi la struttura che ci chiedi sul Monte e a pregare con fiducia Te che intercedi presso il Padre.

GRAZIE. Clemente 

 

IL DONO DI UN FIGLIO

Lettera di ringraziamento alla Madonna di una coppia di sposi di Parigi, Clarisse (43 anni) e Michel (36 anni), per la grazia ricevuta sul Monte S. Onofrio l’8 maggio 2012 del dono di un figlio.

“Cara Mamma del Cielo ti vogliamo ringraziare per questo grande dono che tu e il Signore ci avete fatto: la piccola Marie che ci riempie di gioia ogni giorno e che non aspettavamo più. Tu sai che noi, Michel e Clarisse, ci vogliamo bene da quasi 11 anni. All’età di 22 anni Clarisse ha saputo che per lei sarebbe stato quasi impossibile avere un bambino e fin dall’inizio non me l'ha mai nascosto. I primi anni abbiamo vissuto la nostra storia in modo “spensierato”, se una sorpresa sarebbe arrivata l’avremmo accolta. Nel 2006 il desiderio di provare ad avere un figlio si è fatto più vivo in noi e siamo andati nel più grande ospedale di Parigi, dove abbiamo fatto delle analisi approfondite che ci confermarono che per noi sarebbe stato assolutamente impossibile avere un bimbo naturalmente. L'unica via da provare era la fecondazione in vitro, con possibilità per legge di massimo 4 tentativi. Decidemmo di provare. Il cammino si dimostrò fin da subito arduo e molto doloroso fisicamente e moralmente. Nel giro di 2 anni abbiamo fatto 3 tentavi senza successo. All’ultima prova, per aumentare le chance di riuscita, Clarisse, si sottopose ad un intervento per perdere peso. Nel frattempo, in quell’anno abbiamo iniziato a ricevere i primi messaggi dal cielo, però per dire la verità io e Clarisse eravamo molto lontani da Te Madonna cara e da tuo Figlio e andavamo in chiesa solo per Natale e Pasqua. Io mi ero allontanato in gioventù, preferivo uscire con gli amici e la chiesa era per me diventata "tradizione" più che fede e così non avevo fretta di fare la cresima. Clarisse è cresciuta in una famiglia dove non si parlava di religione anche se è stata battezzata da piccola, però crescendo Clarisse sentiva un amore per te Mamma del Cielo. Poi la famiglia ha fatto il pellegrinaggio a Medjugorje, dove per motivi di lavoro non siamo potuti venire, e mia madre è tornata completamente cambiata. Con il suo aiuto abbiamo cominciato a recitare il santo rosario e a tornare a messa. Nel maggio 2011 io con grande gioia ho fatto la cresima e Clarisse comunione e cresima. Con questo diciamo ritorno di fede, il fatto di accettare di dover forse vivere senza figli iniziò a farci meno soffrire. Anche l’ultima fecondazione in vitro non funzionò. I medici ci dissero che era finita e che non avremo mai avuto figli. L’unico tentativo era di provare in Grecia o in Spagna con l’ovocita di un’altra donna. Quella proposta era assurda e rifiutammo subito. Iniziammo così nel nostro cuore a pensare all’idea dell’adozione. Questo progetto ci ha fatto rispolverare un altro progetto: quello di sposarci. Nel marzo 2012 abbiamo fatto i documenti per il matrimonio e l'8 maggio siamo saliti sul Monte Sant’Onofrio per venire a trovarti cara Madonna. Lo volevamo fare per noi e non per chiederti la grazia. Oramai non era più nei nostri pensieri avere un figlio, grazie a te e al Signor Gesù avevamo accettato che non era possibile. Così quando Clarisse, dopo il pellegrinaggio, ha cominciato ad avere i sintomi di una possibile gravidanza, non ci abbiamo dato peso. Sono state le due colleghe di Clarisse, che l’hanno spinta a provare il test di gravidanza. E dire che l'abbiamo comprato il 23 maggio e che Clarisse l’ha fatto solo due giorni dopo: quel 25 maggio che non dimenticheremo mai! Dopo un bel matrimonio e 9 lunghissimi mesi di attesa e ansia è nata il 5 gennaio 2013 la bellissima Marie! I medici erano e sono increduli, per noi è un miracolo. Di nuovo grazie Mamma del Cielo e grazie al tuo Santo Figlio! Che questa nostra testimonianza possa aiutare tante coppie come la nostra!”

Testimonianza di Maria per ringraziare per il dono della piccola Lucy.

Mi chiamo Maria e risiedo in Agnone (Isernia). I fatti che stò per raccontare, sono legati alle Apparizioni della Beata Vergine Maria sul Monte S. Onofrio, comune di Agnone (IS). Come è noto, (almeno per coloro che ne sono venuti a conoscenza) la nostra Mamma Celeste, apparve per la prima volta sul Monte S. Onofrio, il giorno 8 Agosto 2011, al Veggente Michelino Marcovecchio. Non mi dilungo sugli avvenimenti che portarono Michelino, nativo di Agnone e residente a Milano a ciò che avvenne e che avviene sul Monte S. Onofrio. Premetto, tuttavia che Dio Padre l’Onnipotente e la Vergine Maria, prepararono Michelino a questi eventi, attraverso l’anima della defunta suocera di lui, Livia Casciano. La Beata Vergine è venuta e viene a ricordarci, attraverso i messaggi, l’Onnipotenza di Dio e cosa si attende da noi, cioè conversione e fedeltà al Vangelo. Ci ricorda che la vita non termina con la morte fisica, ma che lo stato di beatitudine dell’aldilà va conquistato con la rinuncia al peccato e seguendo tutto ciò che la Chiesa ci insegna. Nei giorni successivi alla prima apparizione (8 Agosto 2011), come accade in queste circostanze, si assisteva ad un fermento di voci, di sì e di no, quindi voci contraddittorie, che coprivano, quella che è una sola verità, cioè che Dio è tutto e può tutto, nel tempo, nel modo e nel luogo in cui vuole. Dopo aver letto il 1° Messaggio, lo stupore, l’emozione e la gioia, s’impossessarono di me. La mamma di Gesù e mamma nostra, l’eccelsa, la tutta pura, era qui, tra i nostri monti sperduti, dove tutto è silenzio, per toccare i nostri cuori, per riportarci alla verità di Dio. La Madonna, ha toccato in particolare, il tema dell’aldilà e la necessità di pregare per i defunti, (soprattutto per i nostri cari) inoltre, ha promesso alle coppie che non possono avere bambini, che è possibile ottenere la grazia di averne, andando sul Monte a pregare. Fin dall’inizio delle Apparizioni ho cercato (quando le circostanze me lo hanno consentito) di diffondere ciò che stava e stà accadendo sul Monte S. Onofrio. Ne parlai anche con i miei parenti all’estero e la moglie di un mio cugino, mi chiese di pregare per la nuora Melissa, che non riusciva a portare a termine nessuna gravidanza e che ciò era diventata una sofferenza, sia per la coppia, sia per i familiari tutti. Pur avendo già una bambina di 7 anni di nome Sofia, Melissa e
Daniele avrebbero voluto altri figli, però questo desiderio non si realizzava. Ogni volta che ci sentivamo per telefono con la moglie di mio cugino, lei mi ricordava di pregare per la nuora Melissa, ma io ripetevo sempre, che sì, avrei pregato, ma la Madonna aveva detto chiaro che chi andava sul Monte a pregare poteva ottenere la grazia. Lei mi rispondeva che, dagli Stati Uniti dove vivono, era difficile venire qui, inoltre il figlio e la nuora, pur essendo battezzati nella Chiesa cattolica, erano poco praticanti e quindi non molto addentro alle questioni della fede. In una delle apparizioni, la Madonna indicò a Michelino il punto dove voleva venisse costruita una nicchia con all’interno la statua di Lei, per le persone che non possono salire sulla cima della montagna, per motivi di salute. Il giorno 8 Agosto 2016, data ricorrente delle apparizioni, noi pellegrini dopo aver recitato il S. Rosario con Michelino, il Veggente, ci incamminammo su per il sentiero che porta alla cima del Monte. Avevamo appena iniziatola Via Crucis, quando vedemmo, inaspettatamente, Michelino correre come un razzo e andare ad inginocchiarsi nel punto in cui la Madonna voleva venisse costruita una nicchia. Ci inginocchiammo pregando, mentre Michelino riceveva il Messaggio dalla Beata Vergine. Non so descrivere bene cosa accadde dentro di me in quei momenti (stupore, meraviglia, gioia, riconoscenza, certezza), tutti questi sentimenti, si accavallavano dentro di me e ancora oggi, quando ricordo quei momenti, rivivono in me quelle sensazioni. Mentre ero in ginocchio, presentai alla nostra mamma Celeste, i problemi miei e quelli delle persone care o di mia conoscenza (tra questi anche quelli di Melissa), affinché Lei, la tutta pura, potesse intercedere. Verso la fine di Agosto sempre del 2016, vennero in vacanza, dagli Stati Uniti, mio cugino Domenico e la moglie Adelfina (suoceri di Melissa e quindi genitori di Daniele) ed espressero il desiderio di andare sul Monte S. Onofrio. Li accompagnai fino alla base della montagna, cioè fin dove si può arrivare con la macchina e dopo aver dato loro qualche ragguaglio, s’incamminarono verso la salita, mentre io rimasi giù ad aspettarli. Quando ridiscesero mio cugino mi disse:”è tutto vero, qui si avverte la presenza di Dio”. Ripartiti i miei cugini per li Stati Uniti, vi fu un lungo silenzio tra di noi. Per seri motivi di salute, fui ricoverata per parecchio tempo, in una clinica, perciò non essendo in casa, non potevo rispondere al telefono. Quando tornai a casa e potei finalmente sentirli, Adelfina mi disse che mi avevano tanto cercata, perché voleva darmi la bella notizia e cioè che la nuora Melissa era in attesa di una bambina e che sarebbe nata secondo i medici nei primi giorni di Maggio. Rimasi stupita e commossa. Mi disse che la coppia, non rivelò subito ai familiari, la gravidanza, per non alimentare false speranze, come era accaduto altre volte. La bambina è nata il 4 Maggio 2017, senza nessuna complicanza, così come era stata la gravidanza. Quando Melissa e Daniele, hanno chiesto alla figlia Sofia, come voleva che si chiamasse la sorellina, lei ha prontamente risposto “Lucy” e noi sappiamo che Lucy equivale a Lucia e Lucia è portatrice di luce. La piccola Lucy è sana e bellissima, sia la coppia, che i familiari tutti, me compresa, siamo felicissimi per questo evento straordinario, ossia per questo miracolo che è avvenuto per opera di Dio Padre l’Onnipotente e la Beata Vergine. Secondo il calcolo dei medici il concepimento è avvenuto intorno al 10 Agosto 2016. Non finiremo mai di ringraziare e lodare Gesù e la Beata Vergine per questo dono ricevuto.

Agnone, 15 settembre 2017

F.to Maria

UN MESSAGGIO DI SPERANZA NEL DOLORE

Testimonianza di ringraziamento al Signore e alla Vergine Maria e annuncio di speranza di Elisabetta un cara mamma che ha perso suo figlio Federico in un incidente stradale.

 Il Signore ha posato il suo sguardo su noi, sulla mia famiglia, ha avuto misericordia delle nostre miserie: la morte, la sofferenza, le malattie sono eventi che non dovrebbero far paura a nessuno perché c’è in gioco molto di più: la nostra salvezza eterna; perché breve è la pena ed eterna è la ricompensa. Oggi il bene è di gran lunga superato dal male, ecco perché la bilancia cala solo da una parte. Il mondo ha bisogno di calore di eroismo! Dio vuole tutto il nostro Amore non si accontenta di tiepide preghiere perché Lui si dona completamente a noi. Se Gli diciamo “si”, ci investe con una forza ed energia che è impossibile resisterGli. Io penso che il nostro “si” al Signore accende una gioia lassù che tutti proprio tutti: i nostri cari, gli angeli, i santi con Gesù fanno festa e si apre per noi una strada luminosa. Vorrei fare una premessa prima di raccontare l’esperienza della mia famiglia. Tenere ben presente che le persone che soffrono la perdita di un figlio saranno sempre soggette a dover fare i conti con la vita di tutti i giorni e soffrono perché più sensibili, più toccate dentro; per questo motivo se si comincia un cammino con Maria e suo Figlio bisogna assolutamente lasciare il cuore aperto e fare in modo che sia lo Spirito di Dio a guidarci pur nella sofferenza. Eliminiamo i ragionamenti, se facevo…, se dicevo…, se…; non guardiamo ciò che pensano gli altri di noi, della nostra condizione, perché non potrebbero capire…comprendiamo e amiamo. Ripetiamo ogni momento:- Gesù pensaci Tu.- consegniamo tutto nelle sue mani. Non c’è bisogno operando in questo modo di preoccuparci del domani, del futuro perché sarà Lui a guidarci se noi Glielo lasceremo fare. La Fede, la Speranza, la Carità, il Perdono sono doni di Dio, noi da soli non siamo capaci di amare perché siamo sulla Terra dove c’è purtroppo il male, ma non perdiamo le Grazie se diciamo quel “si” tanto atteso dal Signore. Perché trastullarsi se pensa a tutto Lui? Lo so non è bello sentirsi dire che il dolore ci sarà ahimè sempre, ma sarà diverso, costellato di gemme di speranza. Ogni fitta al cuore è un passo verso il Paradiso; ogni movimento d’animo o sospiro nulla sfugge a Dio. Sono certa che i nostri figli sono in preghiera per noi. Non ci resta altro che amare un Dio che ci AMA. Perché dovremmo dannarci anche l’anima dopo tanta sofferenza? Crediamo in tante cose, a volte, in idoli creati dall’uomo e allora perché non seguire il Signore che ci promette l’eternità e di ricongiungerci ai nostri cari? Se non lo faremo diventeremo prede nelle mani di chi ci vuole tristi, affranti e lasciare la porta aperta all’altro il demonio che facendo leva sulla nostra debolezza ci porterà alla distruzione della nostra anima e del mondo in cui viviamo. La mia vita come quella di mio marito e dei miei due figli Giuseppe e Federico era una vita normale con i suoi alti e bassi. Non eravamo cattolici praticanti, diciamo che si entrava in chiesa solo nelle ricorrenze più importanti. Gesù, però, per noi era un punto fermo di riferimento per la vita. Federico il più piccolo si divertiva da matti a preparare il presepe era un vero diletto per lui. Tutto procedeva tranquillo…si fa per dire: c’erano stati lutti in famiglia che ci avevano ferito nel profondo ma l’orologio della vita per la mia famiglia si fermò il 23/6/2010. Mio figlio Federico all’età di 16 anni non ancora compiuti viene investito da un uomo completamente ubriaco. Inutili furono i miei consigli quel giorno, di non uscire, di aspettare perché faceva molto caldo, disse semplicemente:-Ciao mamma io vado! Non feci in tempo a prendere le chiavi del motorino e solo dopo capii che ogni avvenimento non è nelle nostre mani e i sensi di colpa sono dannosi e ci portano lontano da Dio. Disse il suo ciao quel giorno con un volto luminoso. Era bello Federico, incredibilmente bello, ma lo era ancora di più dentro. Illuminava gli angoli bui della nostra esistenza, dell’anima, portava gioia ovunque anche a scuola. I suoi professori mi dissero che sprizzava gioia da tutti i pori. Da piccolino fu soprannominato cerotto perché era incollato alle sue maestre e le riempiva di baci e io che vedevo in lui un innocente furbizia di bambino gli dicevo sempre:- Sai come farti amare e così eviti anche i richiami furbacchione! Spesso mi faceva capolino davanti alla porta della mia classe solo per abbracciarmi e quando non mi trovava abbracciava le mie colleghe. Quel giorno alle 14:20 ora dell’impatto mortale io mi ero appena seduta, ero a casa e fui presa da un malore tanto che pensai di morire, ma non potevo sapere che in quel preciso momento mio figlio ci stava lasciando. Dopo circa un’ora e più chiamò mio marito e ci ritrovammo tutti anche con Giuseppe, il figlio più grande, sdraiati sull’asfalto accanto a Federico. Sembrava un animaletto ferito. Era andato incontro alla morte mentre sorrideva con gioia ed entusiasmo alla vita. Dopo giorni e giorni devastati dal dolore, si parlava poco fra noi, non avevamo il coraggio di parlarne; tutti soffrivamo in silenzio: il mondo ci era crollato addosso. Io mi sentivo violata nell’intimo, come se qualcuno e per giorni mi strappasse dall’addome gli organi. Non volevo sentire, non volevo capire, volevo che mi ingoiasse la terra nelle sue viscere.  Ma la sofferenza dura, cruda, la provi col passare del tempo. Il tempo mi fece capire che non potevo far nulla, che mio figlio non c’era, non potevo più occuparmi di lui, ma allo stesso tempo cresceva la speranza di poterlo riabbracciare un giorno, in un’altra dimensione, in Paradiso. Non potevo rinunciare così a lui, si dà la propria vita per un figlio, avevo cercato di educarlo con dei valori e con fiducia, quel giorno è uscito ma ha trovato qualcuno a cui  la propria vita non interessava, gli faceva schifo per ridursi così e così ha stroncato la vita di Federico e quella di tutti noi per sempre. Una voce, però, mi diceva dentro:- Cercalo tuo figlio! Così ho seguito quella voce e mi sono completamente abbandonata alla lettura della Bibbia. In quei giorni, non so più se per me esistesse il giorno e la notte leggevo e rileggevo, quando non capivo andavo a chiedere aiuto a don Antonio Razzini il prete che aveva battezzato Federico. Intanto “Cercate e troverete, chiedete e vi sarà dato” mi riecheggiavano nella mente. Sottoponevo il povero don a un profondo esame, lo guardavo negli occhi, non mi doveva sfuggire nulla. Ogni giorno le domande che porgevo a lui e ad altri sacerdoti si intensificavano e poi ancora a leggere altri libri, testi di santi, semplici testimonianze: io dovevo ritrovare mio figlio! Molto tempo dopo si sono avvicinate persone a me sconosciute che dichiaravano di essere orgogliose di aver conosciuto mio figlio e mi raccontavano di fatti,  episodi accaduti tanto che i miei, gli amici ed io come mamma mi sentivo in colpa per non averlo saputo apprezzare nel modo giusto, di non averlo ascoltato con più attenzione quando mi parlava, ma non mi scoraggiai. Federico era venuto al mondo per insegnarci a vivere, lui amava noi, ma amava tanto anche gli altri, non si chiudeva nell’egoismo umano. In tutti gli anni che ha vissuto con noi ho avuto sempre la sensazione che mi stesse sfuggendo dalle mani: anticipava le tappe. Io lo volevo vicino e mi diceva spesso:-Mamma cosa faccio di male esco con gli amici! Voleva creare una catena d’amore e anche se non lo sospettava che il suo tempo stava per finire si comportava come se lo avesse sempre saputo e accelerava i tempi. Era sempre il primo ad alzarsi al mattino anche d’estate e il primo a uscire tanto che più volte gli dicevo:- Ma dove vai non c’è ancora nessuno a quest’ora in giro- e lui mi rispondeva:- Eh… ma ci sono i vecchietti in piazza parlo un pò con loro. Era così Federico inarrestabile. Spesso con mio marito ci rechiamo ancora nei luoghi frequentati da Federico, ma è come vedere uno scenario incolore, triste, monotono. Quando era presente lui c’era un’atmosfera d’allegria che coinvolgeva tutti. Ragazzi, persone adulte, anziani,  hanno sofferto e pianto, sentono la sua mancanza  e sono certa che lo porteranno nel cuore per sempre. I parenti erano preoccupati per noi, volevano in qualche modo aiutarci, vedevano la sofferenza che ci divorava giorno dopo giorno, così, a quasi un mese dalla tragedia, una cugina a me cara telefona al convento di San Giovanni Rotondo e chiede di parlare con Fra Modestino, ma fra Giuseppe, il frate che risponde in quel momento, dall’altra parte riferisce che il frate è molto ammalato e che avrebbe tentato di parlargli di Federico e se avesse risposto qualcosa glielo avrebbe comunicato senz’altro, comunque le consigliò di richiamare dopo circa un’ora (sappiamo tutti che fra Modestino aveva il dono di sentire e parlare con Padre Pio). Fra Giuseppe si fa dare i dati precisi dell’accaduto e anche l’ora dell’incidente, con tutto lo stupore di mia cugina. Dopo circa un’ora mia cugina richiama e con grande sorpresa ascolta fra Giuseppe che contento e premuroso le dice:- Signora Fra Modestino ha risposto e ha detto che Federico è talmente in alto che non ha bisogno nemmeno di una preghiera ma è lui a pregare per voi. La mamma ha bisogno adesso di sfogarsi , lasciatela fare, il tempo le servirà a capire.  E’ una “ bella mamma” ( espressione tipica di Padre Pio quando doveva parlare della bontà, della disponibilità e del sacrificio delle mamme) e riceverà un dono dal Signore.- Quando mia cugina mi riferì tutto, ascoltai con molta attenzione e capii che quella era la strada per cercare mio figlio, non potevo perdere tempo ad accumulare rancore pensando che, in fondo pur sapendo dove si trovasse mio figlio, questo non mi avrebbe dato la possibilità di riaverlo con me a casa, quindi, per questo rinunciare alla ricerca per poi odiare il mondo che me lo aveva tolto. No, per fortuna non lo feci, volevo sapere di più sul nostro destino, futuro, oltre la vita. Non si può essere rinunciatari quando si tratta dei nostri affetti, della nostra esistenza. Dopo circa quindici giorni con mio marito siamo entrati nella Basilica di S. Pietro in Ciel D’Oro di Pavia e lì incontrai il priore P. Giustino che mi aprì il suo cuore e noi lo aprimmo a lui. Ci aiutò ad avanzare in questo cammino verso Dio, solo dopo un po’ di tempo ho capito che Dio era nelle sue parole. Padre Giustino ha una luce particolare quando parla e quando ascolta. Per quasi un anno sono cresciuta io e la mia famiglia con gli insegnamenti di P. Giustino, ma c’è stato un momento particolare in cui la mia coscienza si è svegliata ed è stato la notte della veglia di Natale quando lui con autorevolezza e con un sorriso, ci ha detto dall’altare:- Antonio, Elisabetta, Gesù è risorto! In quelle parole c’era tutto, c’erano le risposte a tutte le domande che un genitore si fa, ma soprattutto c’era la risposta che noi possiamo dare all’altro, il demonio che attraverso le persone ci manifesta tristezza, stati di disperazione, approfitta delle nostre debolezze e non ci fa vedere con chiarezza ed è proprio per questo che seguiamo il cammino che ci indica Maria, ascoltare le sue parole, viverle e meditarle per arrivare a suo Figlio. Poco tempo dopo padre Giustino mi regalò un piccolo vangelo e aveva messo in una pagina del vangelo di Giovanni, l’immaginetta della Madonna della Cinta, in quella pagina c’era scritto:-Non esiste un amore più grande di chi dà la vita per i propri amici e voi siete miei amici”. Mi piacque questo passo del vangelo, ma non trovai la connessione con Federico, perché si, certo, era con gli amici in quel momento tragico, ma quale ragazzo non è con gli amici a quell’età. Non era ancora il momento , non potevo ancora capire, perchè con Dio bisogna crescere a poco a poco; basta volerlo e lui si rivela ogni giorno e lenisce l’oceano della disperazione e sofferenza che c’è nelle persone.  Oh, quante volte mi sono fermata davanti al tabernacolo  e i discorsi non finivano mai; l’ho implorato, ho chiesto, ho preteso come figlia, come sua creatura e lui mi ha risposto donandomi tutto il suo Amore e lo ha fatto dolcemente con me, mio marito e mio figlio Giuseppe che lo stesso anno ebbe a Medjugorje la conversione, solo Dio sa come fu dura per noi portarlo. Giuseppe era pieno di rabbia e rancore. Ho cercato di guardare il mio Dio, come potevo, perchè proprio io dovevo evitarlo? Io che avevo tanto bisogno di calore, di sapere, e, Lui a un certo punto, quando ero pronta mi ha risposto. La gioia che mi ha dato il Signore insieme alle Grazie che sono arrivate mi hanno dato pace e fiducia. Dall’anno 2012 la mia famiglia guida un gruppo di preghiera principalmente frequentato da giovani, ma anche da persone adulte; i nostri parenti si sono avvicinati alla Fede; abbiamo incontrato la famiglia di Michelino Marcovecchio, (il veggente nativo di Agnone e cognato di p. Giustino - che vive a Milano); abbiamo ascoltato con profonda commozione tutti i messaggi che gli vengono donati dalla Beata Vergine Maria e da un’anima (di sua suocera mamma Livia, madre di padre Giustino) ; è nato un Amore grande per Gesù e tanta voglia di pregare e piangere di fronte alla passione di Cristo che proviamo ogni volta che si sale” Il Monte della Salvezza”, salvezza non solo delle anime del Purgatorio ma per tutti noi se doniamo il nostro cuore a Gesù. Pregando ho ritrovato mio figlio. Non come volevo io, sognavo di vederlo, abbracciarlo, ma nella forma che aveva deciso il Signore per noi. Bene, noi continuavamo a pregare, i messaggi diventavano per noi parole di consolazione, di rivelazione. La famiglia di Michelino su indicazione della Madonna organizzò la prima via crucis sul Monte Sant’Onofrio (Agnone - Molise), voluta dalla Santa Madre e il giorno precedente all’8/8/2011, proprio nella casa terrena dell’anima di Livia Casciano, mentre pregavamo, apparve lei e fra le tante parole d’incoraggiamento per tutti, ci disse che di lì a pochi mesi ci sarebbe stata una sorpresa. Le domande in quel momento mi assalivano: perché il Signore ha voluto che conoscessi queste persone? Perché ha voluto che assistessi alle apparizioni? Cosa mi vuol comunicare Dio? Spero che queste parole possano entrare e, creare nei cuori di chi soffre, di chi vuol conoscere Gesù, uno stimolo forte a farlo al più presto. Il nostro annuncio lo facciamo con Fede e con amore. In fondo, siamo noi che con il nostro “libero arbitrio”, alla fine, scegliamo. La scomparsa di Federico come quella di tanti ragazzi non ci deve portare alla rassegnazione , no, saremo in questo caso perdenti e in balia dell’altro, il demonio. Il sacrificio di questi ragazzi deve portarci a credere fermamente che sono vivi e aspettano un nostro cambiamento interiore. Solo così, tenendo fede a ciò che dice Gesù, si potranno evitare altre disgrazie. Genitori, medici, operai, educatori, politici ecc. operando col cuore puro eviteranno azioni empie che colpiscono il più delle volte i giusti. Federico vive, ne abbiamo la prova e la certezza, avverte e sente i nostri pensieri e le nostre preoccupazioni, prima ancora che vengono formulati nella nostra mente. Vi prego siate tutti più aperti. In più occasioni la Cara Madre, l’anima di Livia Casciano e in qualche occasione anche Federico hanno stupito tutti perché ci hanno detto:- Noi sappiamo tutto, tutto ciò che avviene nella vostra vita!!!  Era il 5/10/2011 e ci trovavamo a casa del veggente Michelino a Milano quando alla fine del rosario appare mamma Livia che parla grazie al suo angelo custode e rivolgendosi a me e mio marito dice:- Antonio, Elisabetta, so che avete il cuore a pezzi; Federico sta bene e vuole la vostra serenità, felicità; un giorno sarete insieme per l’eternità!- Questa chiamata dal cielo inattesa, non cercata, ci lasciò senza parole, eravamo paralizzati e commossi: il mondo invisibile, a noi nascosto, aveva avuto misericordia di noi. Il perché lo abbiamo capito dopo e un pochino per volta. Quando cominciamo a mettere DIO al primo posto nella nostra vita, Dio si rivela; non a tutti allo stesso modo, non è un DIO monotono perché Lui sa come farsi amare e sa come donarsi se lo vogliamo. Più volte è apparso Federico e vorrei raccontarvi le parole che comunicò, in particolare in due occasioni e nel nostro gruppo di preghiera alla presenza di tanti suoi amici. Ci disse parole uniche, belle, straordinarie. Lascio a voi il vostro personale pensiero così come noi ci siamo fatti il nostro: Dio vuole salvarci! Bene, il 17/6/2012 Federico parla attraverso le parole di mamma Livia, questo avvenne subito dopo l’apparizione della Madonna che ci benedisse tutti, e dice queste parole:- Mamma, papà, non voglio neanche una lacrima dai vostri occhi per me, voglio solo gioia. Io sto bene e vi ringrazio infinitamente per tutti voi, per quello che state facendo. Mamma, papà, voglio che questa gioia che provo io quassù voi la possiate trasmettere al mio grande fratellone Giuseppe, donategli tutto il vostro amore. Prego il mio fratellone Giuseppe di non arrendersi, di non stancarsi mai e di aiutare tutti i ragazzi, amici che lui conosce, ne hanno molto bisogno, sono tanti che vivono nelle tenebre e io li voglio salutare tutti. Ti prego Giuseppe sii forte, io ti starò vicino. Giuseppe: -“ Fede che cosa stiamo sbagliando? Dimmi se stiamo sbagliando qualcosa.” - “No, fratellone, devi avere solo Fede che Dio è grande e vuole bene a tutti, Lui c’è, non dimenticatelo su qualsiasi cosa accada. E vi prego ancora una volta di perdonare, perdonate e nel vostro cuore regnerà la pace. Vi prego siate gioiosi, non vi voglio tristi, non vi voglio con le lacrime, festeggiate questo avvenimento nella Gloria di Dio. E’ solo merito suo.” Domenica 3 febbraio 2013 sempre presso il nostro gruppo di preghiera, con il veggente, alla presenza di tantissimi giovani, Federico parla: - Ciao ma, ciao pa, ciao fratellone e un ciao a tutti voi qui presenti. Un ciao particolare a tutti i ragazzi che sono qui presenti; invito a tanti di voi di credere fermamente che queste parole vi giungono da me. Ragazzi, forse, se fossi sulla terra, sarei peggio di voi. Capisco, capisco la vostra età, la vostra difficoltà, i vostri problemi. Dovete sapere che noi quassù: ogni pensiero, ogni difficoltà, ogni problema, ogni gioia che voi affrontate noi percepiamo tutto, ma vi prego tutto ciò che avete udito, queste parole di questo pomeriggio( sono stati letti alcuni messaggi della Vergine Maria rivolti ai giovani), vi prego di accettarle nel vostro cuore e meditate parola per parola, non ignoratele. Se voi tutti aprite il cuore a queste parole noi da quassù vi potremo aiutare. Quando vi dico la parola aiutare è di tenere il cuore aperto a Dio Padre Onnipotente. Solo così noi possiamo distogliervi dalle brutte strade che ce ne sono tante, è pieno, solo adesso me ne rendo conto, solo quando si è quassù ci si rende conto quanto siamo ignoranti su questa Terra e vi invito ad uno ad uno a credere fermamente che l’anima vive per l’eternità. Non fatevi venire un’ombra di dubbio di queste parole. Tanti di voi, cari fratelli e sorelle, fanciulli, tanti di voi hanno bisogno ancora, e vi invito a farlo al più presto, svuotatevi (con le confessioni). E invito tutti voi ragazzi a non essere aggressivi, di portare pace. Nel vostro divertimento fate un proposito a Dio Padre Onnipotente di allontanare tutto ciò che può nuocere alla vostra salute, al vostro corpo. “Divertitevi sano” se volete potete farlo, perché satana sta lavorando molto sui ragazzi, sui più giovani e nella vostra libertà, nella vostra intelligenza potete sconfiggerlo, basta volerlo credere fermamente che la vita non finisce sulla Terra ma la vita è l’eternità. Beato a chi raggiunge la Gloria di Dio, non c’è sofferenza, c’è solo gioia, pace, amore. Ringrazio te Michelino di questo dono che Dio Padre Onnipotente ti ha donato di poter trasmettere queste parole a tutti coloro che hanno la fortuna di ascoltare. Ma, pa, fratellone vi prego ve lo continuo a chiedere: perdonate, una cosa più grande del perdono non c’è, io vi sono vicino a tutti, a tutto il sangue. Io sto bene e un giorno tutti possiamo godere l’eternità per i propri padri, madri, fratelli, bisnonni, tutto il sangue che ci collega. Invito a tutti voi ragazzi, portate questa testimonianza a tutti coloro che hanno avuto il senso di paura di arrivare a questo incontro. Non abbiate timore portate testimonianza, Dio Padre Onnipotente vi chiama ad uno ad uno a diffondere la sua Parola, nessuno escluso, ognuno di voi ha un proprio dono per poterlo fare.  Cari ragazzi, cari fratelli e sorelle, cari genitori, per la prima volta, prima delle nostre voci Dio Padre Onnipotente ha mandato la Madre Maria, ha mandato la Madre Maria in mezzo a voi, portando la S. Eucarestia nelle sue mani in mezzo a voi, il suo pianto era di commozione ma anche di dolore; dolore è che lei vorrebbe tanti, tanti ragazzi con la corona in mano per aiutare a sconfiggere il male nel mondo, la commozione a vedere voi qui davanti tutti riuniti recitando la preghiera che lei annuncia a tutti di recitarla. E adesso io vi abbraccio ad uno ad uno, il mio tempo è finito, sappiate che vi voglio bene e voglio la vostra pace, la vostra felicità, la vostra gioia su ognuno di voi.” Io: - Ti mando un abbraccio Fede. - “ Ma, l’hai già fatto, sii serena.” “ Pa, io so i vostri cuori, tutto ciò che fate ed io vi sarò vicino ad uno ad uno.” Giuseppe: - “ Fede aiutami a capire cosa devo fare.” - “ Fratellone ti vorrei dire tante cose, però tante non te le posso dire perché Dio Padre Onnipotente non è una spia, Lui vi ha donato l’intelligenza. Ti prego di essere sereno, di essere cauto e di essere in pace, questo è quello che ti posso annunciare. Attenzione a non commettere errori verso Dio Padre. Se voi lo volete io sicuramente posso aiutarvi a capire i vostri cuori cosa chiedono. Vi abbraccio tutti. ” Antonio : - “ Fede un bacio dove sai tu.”   - “ Pa, è il tuo cuore che conta, stai tranquillo e vivi sereno. Un giorno staremo insieme. Siate tranquilli. Queste parole valgono per tutti i presenti, basta amare Dio Padre Onnipotente e nessuno andrà perso, nessuno soffrirà. Vi voglio bene Ciao.” - Dopo queste belle parole di Federico eravamo tutti commossi e profondamente riconoscenti a Dio. Penso spesso che Dio abbia donato Federico a tutti noi per farci capire cos’è il vero amore e che poi per un motivo a noi sconosciuto ci è stato tolto. Ora intuisco il senso cristiano dell’amicizia, essa si colloca nel pensiero che insieme si costruisce una strada verso il Paradiso. I giovani che secondo Federico ebbero paura ad intervenire quel giorno sono stati tutti informati del messaggio lasciato; anche al liceo che Federico frequentava abbiamo letto il suo messaggio. I giovani danno gioia al Signore perché sono solidali, sanno piangere, ridere e sacrificarsi. Cosa dire degli occhi di questi amici di Federico. Li ho guardati il giorno della disgrazia, in chiesa, al gruppo di preghiera, a scuola. Il giorno del suo diciottesimo compleanno, non avrei mai pensato di regalare a un figlio una Santa Messa nel giorno in cui diventava un adulto. Avevo un groppo alla gola, ma l’ho dovuto ingoiare, sarei scappata via a piangere, non potevo, avevo gli sguardi increduli di questi ragazzi addosso, mi guardavano, mi fissavano e proprio da me aspettavano un segno di speranza. Proprio io ferita dentro avrei dovuto dare loro una risposta. Festeggiammo con gioia e con noi il don che suonava la chitarra. Fu molto bello! Si avvicinarono alcune persone e mi dissero:- Come fai a fare tutto questo?- Ero triste dentro, ma forte e pronta a dare dignità a un ragazzo che aveva amato tanto il mondo che lo circondava. Dopo un po’ di tempo Federico apparve durante il Santo Rosario, a casa del veggente e disse: -“ Papà, mamma io vi ringrazio. La mia gioia che ho quassù, che mi donate giorno dopo giorno, che piano piano questa gioia arrivi ai vostri cuori. Vi ringrazio per tutto, per tutto quello che fate, per tutti i ragazzi che avete intorno, che vi vogliono bene e voi siete diventati come loro padre e loro madre, continuate vi prego.  Elisabetta e Antonio: - “ Fede ci manchi, ti vogliamo bene. “ “ – Lo so, io lo so l’amore che avete per me. Questa è una gioia grande. Vi chiedo di essere sereni, di continuare questo cammino.” Poi riferito a me dice:-“ Tu devi stare vicino al mio fratellone, digli di seguire il suo istinto positivo, di non lasciarlo, fagli pervenire queste parole. Vi ringrazio per il pensiero che avete avuto per il mio compleanno. Mamma, Papà, se tutti gli anni me lo ripetete non mi dispiace.”- Federico ha regalato a noi familiari e agli amici momenti intensi di gioia; giorni indimenticabili; sorrisi teneri diventati repertorio di continui ricordi e immagini incancellabili da cui attingere forza e fiducia: miei compagni di vita. Oggi lui continua a farlo ma con un amore diverso. Con un amore che non conosce tramonto ma che è luce eterna. Il suo don gli scrisse una bellissima preghiera dietro alla foto che fu distribuita a tutti gli amici e conoscenti e recitava in questo modo:

                                                                                             Ricordando Federico

 Quando Lui ti è venuto incontro sulla strada. Tu gli hai sorriso: “Non sei qui per me, vero?”

 Lui non ha parlato ma ti ha preso per mano…”

 No, non posso ora. Ho ancora tanti progetti tanti affetti ho ancora tutta una vita da vivere” Lui continuava a guardarti dritto negli occhi. 

 “Adesso, Federico, dovremo fare un lungo viaggio passeremo dentro una galleria buia  ma non aver paura: io sono qui con te. Ti tengo stretto”. 

 Ti sei voltato indietro e hai visto il tuo papà, la tua mamma e tuo fratello: erano increduli e con gli occhi pieni di lacrime. 

 Li hai accarezzati, abbracciati e baciati. 

 Poi hai ripreso il cammino: noi, rimasti qui, abbiamo chiuso gli occhi e siamo rimasti al buio. Tu stavi già camminando nella luce ed eri felice! 

 Ho pregato per te il giorno che ti ho generato alla vita divina nel Battesimo ora prego per la tua nuova vita in Dio. 

 Ti credo fortemente vivo e vicino. E tu prega per noi.  

 Il tuo don Antonio Razzini  

 Federico Marolda (07 settembre 1994 - 23 giugno 2010)

 Il don conosceva bene Federico e quando veniva a casa, lui piccolino gli correva incontro dicendo arriva il Donton! Come si fa a dire che non c’è un Dio che ci ama se siamo capaci di pensare e scrivere queste parole? E’ vero, non ci stupiamo più di nulla. Sembriamo vaccinati contro lo stupore, la meraviglia, le sorprese. Passiamo a grande velocità accanto alle sofferenze, le gioie, moltiplicando le sensazioni, insieme ai km, ma non riusciamo più a fermarci, per ascoltare, ammirare. Pare non valga più per noi. Il nostro popolo quello che doveva essere di Dio pensa che le parole della preghiera siano inadeguate, perfino traditrici. Io dico che tutti parlano e sparlano e Dio ha diritto di << dire la sua >>. Non c’è dubbio in questo cammino ho imparato a pregare e per me nulla è più come prima. Nel silenzio del mio cuore avvengono i fatti più importanti e i giornali o altri canali di comunicazione che dirigono, deviano, portano fuori strada, per fortuna non ne sanno nulla. Lo Spirito santo, grande dono del Signore, è troppo impegnato a lavorare in profondità nel cuore dell’uomo, dove c’è posto per lo stupore, non per la curiosità.

 Con tanto amore e affetto per tutti

                 Elisabetta   

TESTIMONIANZA DI UNA GUARIGIONE

Mi chiamo Paola e abito a Pieve Emanuele, desidero condividere con tutti voi la gioia di ciò che il Signore Gesù e Maria hanno operato nella mia famiglia.

Nel novembre del 2018, mio fratello Roberto che ha 50 anni, accusava dei forti disturbi e giacché viveva da solo a Napoli, lo invitai da noi, a Pieve Emanuele (MI), per prendermene cura. Infatti si sottopose ad alcuni esami clinici nella città di Pavia. Fu operato d’urgenza al cuore. Purtroppo l’operazione non fu risolutiva perché entrò in coma e il suo elettroencefalogramma era piatto. Questo esito ci buttò nello sconforto e in quel momento, in famiglia, ci sentivamo addosso un’angoscia grande perché non si poteva far nulla. La diagnosi ci rivelava che Roberto non si sarebbe più svegliato ed era condannato alla condizione di un vegetale. Respirava attraverso le macchine. Questo sarebbe stato il suo destino almeno fino a quando il cuore non si fosse fermato. Vivevamo quei momenti senza alcuna speranza perché in effetti non ce n’erano, solo un miracolo lo avrebbe salvato, solo l’intervento di qualcuno al di sopra di noi, il Signore!

Siamo umani e, per fortuna o per grazia non smettiamo mai di sperare anche quando il mondo ci crolla addosso. Quest’anno nel mese di gennaio 2019 ho incontrato un’amica che non vedevo da molto tempo, le ho confidato il peso che portavo nel cuore, ma anche tanta rabbia. Questa amica fa parte di un gruppo di preghiera che lei segue assiduamente. Questo gruppo è nato come devozione alla Madonna della Croce del Monte S. Onofrio. Mi sono informata del dono di Dio Padre Onnipotente e dei prodigi di questo Santo Monte attraverso i suoi racconti. 

Un giorno mi ha parlato di una fonte, un’acqua, ai piedi del “Monte S. Onofrio” donata da Dio Padre Onnipotente per le malattie, soprattutto quelle mentali  e, in ogni caso per chiunque ne avesse bisogno, mi ha informato anche come, la Vergine, vuole che venga presa: non più di 7 gocce al giorno recitando la coroncina del Divino Cuore di Gesù; con il Sacramento della Confessione; la S. Messa; la Comunione;  la fiducia totale e la perseveranza nella preghiera. Ho accettato subito questo impegno come se fosse l’unica cosa da fare. La mia amica si è dimostrata così fiduciosa e confidava nel fatto che sicuramente il cielo ci avrebbe dato una risposta. In cuor mio sentivo una luce che si stava accendendo. Tutti i giorni da quel momento in poi ho bagnato le labbra di Roberto con le 7 gocce d’acqua della fonte: non poteva berle perché era intubato. Ogni giorno, io, in ospedale e mio marito a casa, recitavamo contemporaneamente la coroncina al Divino Cuore di Gesù senza saltare nemmeno un giorno. Nel mese d’aprile mio fratello Roberto apre gli occhi. La gioia di noi familiari e lo stupore dei medici che hanno alzato le mani di fronte a tale guarigione soprattutto rispetto a una morte cerebrale diagnosticata. La ripresa è stata rapidissima,  io e mio marito da subito siamo stati grati al Signore e felici. Le sorprese non erano ancora finite, è avvenuto ancora un altro fatto per  il quale la mia amica ha esultato lodando il Signore. Quando Roberto si è svegliato, la prima cosa che ha detto è stato quello di esprimere un desiderio, di poter fare la Confessione e la Comunione. Noi eravamo sorpresi, Roberto era ateo, ma contenti perché il Signore aveva operato, gli aveva toccato veramente il cuore. Nei giorni di permanenza in ospedale, necessari per la riabilitazione, mi ha chiesto, tutti i giorni di accompagnarlo nella cappella ospedaliera, per assistere alla S. Messa. 

Oggi, sta bene, la sua vita è cambiata, trasformata, grazie a Dio, alla protezione, all’amore e alla tenerezza della Beata Vergine Maria e alle preghiere di tante persone che ci sono state vicino. Gloria, Gloria a Dio!

 

Luglio 2019

PAOLA D’ERRICO